Caffè con la Moka: gli errori da evitare
Preparare un buon caffè con la Moka può sembrare semplice e scontato: sono, invece, molte le cattive abitudini a cui dovremmo prestare attenzione.

- L'inconfondibile borbottio, l'aroma che si spande come un caldo abbraccio: il caffè con la Moka regala un'esperienza a 360 gradi.
- Per attivare al meglio tutti i sensi e ottenere un caffè profumato e intenso al punto giusto, è necessario sapere come funziona la Moka e quali sono i principali errori da evitare.
- L'uso dell'acqua del rubinetto è sconsigliabile per la preparazione del caffè: meglio optare per acqua minerale naturale dal basso residuo fisso. In questo modo, si contrasta la formazione di calcare.
- Come preparare il caffè con la Moka al meglio? Mai superare la valvola con l'acqua né pressare il macinato nel filtro a imbuto. Sempre optare per una fiamma medio-bassa e che non debordi dalla base della caldaia.
- L'importanza del fattore tempo: appena la Moka inizia a gorgogliare è il momento giusto per spegnere il fuoco e lasciare che il caffè fuoriesca spinto dalla pressione.
Esperienza multisensoriale
Diciamo la verità: anche il risveglio più gravoso diventa lieve quand'è accompagnato dal borbottio della Moka. Per non parlare dell'inconfondibile aroma che si spande nell'aria come un caldo abbraccio. Anche se oggi le macchine espresso si sono ritagliate uno spazio importante nelle cucine degli italiani, il caffè con la Moka continua a regalare un'esperienza unica e a 360°, che coinvolge tutti i sensi.
Per attivare al meglio questi ultimi e ottenere un risultato profumato e intenso al punto giusto, è tuttavia necessario conoscere come fare la Moka e, soprattutto, cosa non fare durante la sua preparazione. Dalla giusta tipologia e quantità di acqua al fattore tempo: scopriamo come preparare il caffè con la Moka, tra buone prassi ed errori da evitare.
Il fascino senza tempo della ritualità
In Italia, la tradizione del caffè fatto con la Moka si tramanda di generazione in generazione ormai da decenni. Dal 1933, in particolare, quando Alfonso Bialetti ideò questa particolare caffettiera divenuta un simbolo del made in Italy.
Nonostante siano passati più di 90 anni dalla sua invenzione e siano stati introdotti nuovi modelli al passo coi tempi - si pensi alla Moka Induction -, il processo di preparazione è rimasto pressoché invariato. Fare il caffè con la Moka è un insieme di gesti che, in Italia, si apprende fin da ragazzi. Non è, tuttavia, mera ripetitività meccanica: è un vero e proprio rito in un tempo quasi sospeso.
- Nella caldaia va inserita l'acqua, possibilmente a temperatura ambiente, fino all'estremità inferiore della valvola di sicurezza.
- Una volta riempita la caldaia, s'inserisce il filtro a imbuto.
- Nel filtro viene posto il caffè macinato, preferibilmente di grana media e grossolana, per agevolare l'acqua nell'attraversare la polvere.
A questo punto, la Moka va riassemblata, avvitando la caldaia al raccoglitore superiore. Stringendo il giusto: per evitare fuoriuscite di acqua ma anche di rovinare la guarnizione o il manico.
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Caffè con Moka: attenzione alle cattive abitudini
Fare il caffè con la Moka può sembrare un gioco da ragazzi. In realtà, ci sono varie accortezze da tenere a mente. Gli errori più comuni sono dovuti principalmente ad abitudini scorrette.
- Per esempio, l'uso dell'acqua del rubinetto è sconsigliabile per la preparazione del caffè. È meglio optare per acqua minerale naturale dal basso residuo fisso. L'acqua di casa, infatti, è spesso "dura", cioè presenta un'alta concentrazione di minerali come calcio e magnesio, che favoriscono la formazione di calcare.
- Al momento di inserire l'acqua nella caldaia, mai oltrepassare la valvola. Come evidenziato in un precedente articolo, quest'ultima è un elemento essenziale per la sicurezza della caffettiera e per la resa del caffè. Se la valvola "annega", il suo funzionamento ne risente in negativo.
- Il caffè macinato non va mai pressato, ma distribuito omogeneamente nel filtro. La miscela va inserita senza creare montagnette e senza lasciare buchi in cui possa rimanere aria, che intaccherebbe la qualità del risultato.
- Chiudere la caffettiera stringendo con forza (senza esagerare), ma senza fare leva sul manico.
Attenzione, inoltre, alla fiamma del gas: per evitare che il caffè bruci, non deve mai superare la base della caffettiera. Questo anche per non danneggiare caldaia e manico. Analoga accortezza va usata in caso di piastre elettriche o piani a induzione (con l'utilizzo dell'apposito piattello), optando per un valore intermedio. Infine, non bisogna prolungare il borbottio della Moka: appena quest'ultima inizia a gorgogliare, è il momento giusto per spegnere il fuoco e lasciare che il caffè fuoriesca spinto dalla pressione.

Un piacere che merita pazienza e piccole attenzioni
Potremmo dire che l'arte del buon caffè richiede pazienza. Non si deve, infatti, solo attendere l'uscita della bevanda: l'ideale sarebbe, infatti, lasciar riposare il caffè qualche istante prima di servirlo. Fare un buon caffè con la Moka, insomma, è un po' come prendersi cura della persona amata. Esagerazione? Non tanto. Come per qualsiasi altra relazione d'amore, per funzionare ha bisogno di piccole e continue attenzioni. Se controllata con regolarità e trattata con zelo, la caffettiera può durare diversi anni. È buona norma seguire una corretta e regolare manutenzione dei suoi componenti, come valvola, guarnizione e filtro. Essenziale risulta anche un'appropriata pulizia della Moka, rigorosamente a mano con acqua corrente tiepida e mai in lavastoviglie. Una volta lavata, va tamponato con cura ogni pezzo della caffettiera, lasciandola sopra un panno ad arieggiare affinché l'umidità non generi cattivi odori.
Mescolare o non mescolare? Questo è il dilemma
Rimane un'ultima questione, a tutt'oggi alquanto dibattuta: una volta salito nel raccoglitore della Moka, il caffè va mescolato oppure no? Sul tema le opinioni sono contrastanti e una verità assoluta non c'è. Tuttavia, mescolare con un cucchiaino il caffè prima di versarlo nelle tazzine è una buona prassi da adottare. Questo perché nel raccoglitore, man mano che esce, l'infuso stratifica, ma non riesce a mescolarsi in modo omogeneo. Il primo caffè risulterà, dunque, più "leggero" e aromatico, mentre il più caldo e corposo andrà in superficie. Per servire una bevanda perfetta, basterà muoverlo con un cucchiaino poco prima di servirlo, avendo cura di procedere con delicatezza per non danneggiare il raccoglitore.
In definitiva, preparare un buon caffè con la Moka non è poi così semplice e scontato. Se la sua consumazione è un vero e proprio rituale quotidiano e di condivisione, la preparazione della Moka getta le basi di un'esperienza sensoriale senza eguali.
NOTE
1Per approfondire: Bevande alcoliche: se sì, solo in quantità controllata, CREA
2Una unità alcolica (U.A.) corrisponde a circa 12 grammi di etanolo. Vale a dire un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione o un bicchierino (840 ml) di superalcolico
3Come ricordano le Linee guida per una sana alimentazione, il contenuto medio di alcol presente nelle bevande alcoliche varia molto. I distillati (grappa, cognac, ecc.) sono caratterizzati da un maggior tenore alcolico (35-50% o più). In genere, il tenore alcolico dei liquori, tra cui amari e digestivi, è compreso tra 21 e 50% vol.
4Alcol, zero o il meno possibile, ministero della Salute