Caffè e trigliceridi alti: in tazzina un possibile alleato per la nostra salute
Alla scoperta del rapporto tra caffè e trigliceridi alti.
Il primo, ricco di polifenoli e altri antiossidanti, contribuisce a ridurre il valore dei secondi.

- Un corretto stile di vita allontana la possibilità di avere alti livelli di trigliceridi nel sangue.
- Nell’analisi del rapporto tra caffè e trigliceridi alti, uno studio rivela come il caffè contribuisca a ridurre la produzione di trigliceridi.
- Conoscere anche il valore del colesterolo consente di valutare il rischio cardiovascolare.
- Il caffè contrasta i trigliceridi alti grazie al suo apporto di preziosi antiossidanti e nutrienti.
- Rivedere la propria dieta e fare esercizio fisico regolare sono i primi passi per abbassare i trigliceridi alti.
Quando le calorie sono in eccesso
A volte capita di pensare di condurre uno stile di vita sano. In realtà, dopo aver fatto le analisi del sangue, si scopre che non tutti i valori sono nella norma. Uno dei più temuti è quello relativo ai trigliceridi. Essi costituiscono la nostra riserva di energia, grazie alla quale riusciamo ad affrontare la giornata. Se assumiamo più calorie di quelle necessarie, però, ecco che i livelli di trigliceridi salgono troppo. In questo modo diventano un fattore di rischio, soprattutto per il nostro cuore e i vasi sanguigni. Di qui l’importanza di seguire una dieta varia ed equilibrata, caratterizzata da un congruo apporto di tutti i nutrienti. In tale contesto, esiste un rapporto tra consumo di caffè e trigliceridi alti? In questo articolo rispondiamo a questa domanda.

Caffè e trigliceridi alti: quale relazione?
I trigliceridi sono lipidi costituiti da elementi più semplici, detti acidi grassi. Alcuni sono sintetizzati direttamente dal nostro organismo, altri derivano dall’alimentazione. Trasformati in calorie, i trigliceridi vengono immagazzinati nelle cellule adipose e utilizzati nell’arco della giornata per il corretto funzionamento del metabolismo. Una dieta sbilanciata può comportare alti valori di trigliceridi nel sangue. In particolare quando si abbonda di:
- grassi (carne, insaccati e salumi);
- carboidrati (zuccheri semplici).
Veniamo al rapporto tra caffè e trigliceridi alti. Il caffè avrebbe un ruolo protettivo. A evidenziarlo è uno studio americano condotto su un modello animale¹. Ne emerge che il consumo di 4 tazze di caffè sarebbe in grado di limitare la produzione di trigliceridi e lo stoccaggio di lipidi nelle cellule adipose, riducendo così l’aumento di peso.
Trigliceridi e colesterolo viaggiano in coppia
Evidenziare la relazione tra caffè e trigliceridi alti è importante. I secondi, da soli, possono accrescere il rischio d’insorgenza dell’aterosclerosi. In pratica, il grasso va ad accumularsi nelle pareti delle arterie, ostacolando progressivamente il flusso di sangue. Tale condizione può procurare delle complicanze al cuore. Ecco perché, per valutare al meglio il rischio cardiovascolare, oltre ai valori dei trigliceridi, vengono esaminati anche quelli del colesterolo. Si tratta di un componente essenziale per produrre la vitamina D e vari ormoni. In particolare si esaminano:
- il colesterolo totale;
- le sue frazioni: HDL, il cosiddetto colesterolo buono, e LDL.
In questo caso, il rapporto tra caffè e colesterolo sarebbe da ascrivere alla modalità di preparazione del caffè stesso, come dimostra una ricerca². Il caffè non filtrato rilascerebbe, infatti, due sostanze, il cafeolo e il cafestolo, che incidono sui livelli di colesterolo. Ciò non avviene per il caffè filtrato, come quello della Moka.

Caffè amico dei trigliceridi: il ruolo dei polifenoli
Tra caffè e trigliceridi alti esiste, dunque, un rapporto virtuoso. Secondo gli esperti, il consumo da 3 a 5 tazzine di caffè al giorno è considerato indicato per un adulto sano³. La porzione standard di una tazzina di caffè da Moka è di 50 ml, mentre per il caffè espresso è di 30 ml. È importante, tuttavia, prestare attenzione a non introdurre anche altre fonti di caffeina, come il tè, il cioccolato o le bevande energizzanti. Queste possono impattare, nel complesso, sui trigliceridi alti. Gustare un buon caffè fa bene anche per le sue proprietà antiossidanti e nutrienti. È ricco, infatti, di:
- polifenoli;
- vitamina B2 e B3;
- magnesio e potassio.
I polifenoli, in particolare, contribuiscono a migliorare i livelli di trigliceridi e colesterolo nel sangue, proteggendo l’organismo dal rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.

Abbassare i trigliceridi partendo dall’alimentazione
Abbiamo fin qui visto il valore, nel senso di proprietà, del caffè. E quello dei trigliceridi alti? Il valore dei trigliceridi è considerato normale se è inferiore a 150 milligrammi per decilitro. Fino a 200 mg/dl è ritenuto “al limite”, mentre al di sopra di questa soglia si parla espressamente di trigliceridi alti. Per abbassare i trigliceridi, il primo consiglio è di rivolgersi al proprio medico per una valutazione puntuale del proprio caso. L’alimentazione è, in genere, il primo fattore su cui lavorare. I nutrizionisti raccomandano di limitare l’apporto di cibi contenenti molte calorie, come quelli processati e ricchi di zuccheri. Da prediligere, secondo le indicazioni degli esperti, sono frutta e verdura, cereali, legumi e pesce, nonché metodi di cottura semplici. Gli alcolici andrebbero ridotti il più possibile. Per quanto riguarda il consumo di caffè, dalla scienza arriva un via libera, anche in gravidanza. Purché l’assunzione sia moderata, non superando le 4/5 tazzine al giorno. L’esercizio fisico regolare è un’altra importante buona abitudine per abbassare i trigliceridi e potenziare il colesterolo “buono”.
NOTE
¹ Caffeine, but not other phytochemicals, in mate tea (Ilex paraguariensis St. Hilaire) attenuates high-fat-high-sucrose-diet-driven lipogenesis and body fat accumulation
² Coffee Consumption and Serum Lipids: A Meta-Analysis of Randomized Controlled Clinical Trials
³ Linee Guida per una sana alimentazione, CREA
Caffè a perdere: incipit vincente
Si arriva, quindi, al terzo passaggio essenziale con una Moka nuova: cosa fare per farle “assaggiare” l’odore del caffè? Il classico consiglio della nonna è quello che, effettivamente, fa la differenza. Si tratta, in sintesi, di preparare tre caffè a perdere:
- si riempie la caldaia di acqua, a temperatura ambiente, fino al bordo inferiore della valvola;
- si mette un po’ di macinato nel filtro;
- a questo punto si assembla la caffettiera, ponendola sul fuoco.
Gli infusi ottenuti non vanno versati in tazzina né consumati. Questa operazione fa sì che gli oli e le cere naturalmente presenti nel macinato creino una lieve patina isolante e protettiva all’interno della Moka. Un elemento invisibile, ma di grande rilevanza per proteggere le preparazioni future. Se non per sempre, per un lungo segmento di vita.