Caffè sospeso: pratica antica di grande modernità
Tradizione polverosa? Macché! Il caffè sospeso, ancora oggi è, in Italia e nel mondo, un piccolo grande gesto di attenzione all’altro, dal gusto unico.

- Il caffè sospeso è una tradizione della cultura popolare napoletana, che ha saputo varcare i confini italiani, conquistando il mondo.
- Donare un caffè pagato a chi non può permetterselo: il significato di un gesto semplice, ma carico di significato.
- Alle origini del caffè sospeso: questa pratica filantropica, secondo la tesi più accreditata, risalirebbe al secondo dopoguerra.
- Forse non tutti sanno che ogni anno, il 10 dicembre, si celebra la Giornata del caffè sospeso. Un’occasione per cambiare il modo di sentirsi vicini agli altri e vivere meglio il nostro tempo.
- L’attualità di questo gesto è testimoniata anche dalle tante emulazioni: dai libri ai pasti, dal dentista alle feste di compleanno, tutto o quasi oggi può essere “sospeso”.
- Il caffè sospeso è stato esportato in diversi Paesi nel mondo, spesso adattandosi a tradizioni alimentari e culturali locali.
Solidarietà "liquida"
Fare del bene fa bene: a sé e agli altri. E, se il bene è anche buono, tutto assume ancora più gusto. Pensiamo al caffè sospeso. Questa tradizione della cultura popolare napoletana ha saputo varcare i confini partenopei e italiani, conquistando il mondo. In giro per il globo, il caffè sospeso ha portato i valori della solidarietà, del dono, della gratuità, ancora oggi di grande attualità. Il successo è stato e continua a essere tale da far nascere nuove iniziative liberamente ispirate a esso. Insomma, il caffè sospeso è tutto tranne che qualcosa di antico e polveroso. Conosciamolo meglio.

Un piccolo gesto d'amore
In buona sostanza, il caffè sospeso è un caffè pagato da qualcuno a beneficio di qualcun altro, sconosciuto. Di fatto, al bar si paga una consumazione in più, oltre alla propria. Questa resta, appunto, in sospeso, destinata a essere in futuro consumata da chi un caffè non può permetterselo.
A Napoli è, ancora oggi, un gesto frequente: quando si è felici o si ha qualcosa da festeggiare, si dona un caffè sospeso. Non è esagerato definirlo una vera e propria filosofia di vita. Di certo, si tratta di una forma di cortesia e considerazione verso l’altro. Non serve necessariamente che vi sia una motivazione specifica dietro questo gesto. Come evidenzia Luciano De Crescenzo, è «come offrire un caffè al resto del mondo».
La storia del caffè sospeso
La tradizione del caffè sospeso ha origini incerte. La teoria più accreditata ne fa risalire la nascita al periodo della Seconda guerra mondiale e all’immediato dopoguerra. La crisi era tale che, a Napoli, chi aveva qualche disponibilità economica lasciava del denaro per un cafè suspiso a beneficio di uno sconosciuto bisognoso. Secondo un’altra versione, invece, tutto nascerebbe dalle dispute che sorgevano tra amici o conoscenti al momento di pagare il caffè. Nell’incertezza su chi dovesse farlo e per quante persone effettive, capitava che si finisse per pagare un caffè in più. Allora, anziché chiedere il resto, quella piccola somma veniva lasciata in regalo all’avventore indigente che si sarebbe affacciato alla porta domandando: «C’è un sospeso?».
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Vivere il presente, investire sul futuro
Nel tempo, la tradizione del caffè sospeso ha cominciato a diffondersi nel resto d’Italia per poi espandersi all’estero. Valorizzando la sua prerogativa di gesto altruistico e forma di sostegno sociale, nel 2011 è stata istituita la Giornata del caffè sospeso. Si celebra ogni anno il 10 dicembre, in concomitanza con la Giornata internazionale dei diritti umani. L’iniziativa è nata su impulso della Rete del caffè sospeso, formata da diverse associazioni. Quello che mira a trasmettere è un concetto molto semplice. Con un semplice caffè si può:
- cambiare il modo di sentirsi vicini agli altri;
- vivere meglio il nostro tempo.
Non risolverà tutti i problemi del mondo, ma contribuirà a disegnare una quotidianità e un futuro migliori. Il caffè sospeso è, dunque, molto più che un semplice caffè offerto. È un gesto di cordialità, un momento di attenzione per l’altro. Tutt'altro, insomma, che una pratica antica e polverosa: piuttosto, qualcosa di cui c’è bisogno anche oggi e un valido investimento sul futuro.

Le conquiste del caffè sospeso
Dopo qualche anno di declino, questa pratica filantropica è tornata in auge, complice anche la crisi economica. E, come tutte le iniziative di successo che si rispettino, anche il caffè sospeso ha avuto svariate imitazioni. O, per meglio dire, ha ispirato iniziative analoghe, abbracciando un ampio spettro merceologico. Il concetto di “sospensione”, infatti, è stato applicato anche ad altri prodotti. Per esempio:
- pasti;
- libri;
- feste di compleanno;
- cure odontoiatriche.
La pratica, inoltre, ha superato i confini italiani, conquistando il mondo intero. Il caffè sospeso è realtà anche in Paesi come Spagna, Francia, Irlanda e Grecia. E tracce se ne trovano in Stati Uniti, Canada e Brasile. Altrove la pratica si è adattata alle tradizioni alimentari e culturali locali: in Argentina, per esempio, c’è l’empanada pendiente.