Il caffè fa bene, il caffè fa male? La verità sta nel mezzo
Non è vero che il caffè fa male: sono vari anche i benefici. L’importante è non esagerare con le quantità, soprattutto di caffeina, che non è solo nel caffè.

- Varie evidenze scientifiche confermano che i benefici del caffè sono maggiori dei rischi. Parola d’ordine: moderazione.
- La quantità di caffeina assunta giornalmente non dovrebbe superare i 400 mg per un adulto sano, l’equivalente di circa 4 tazzine di caffè.
- Il caffè fa male? È sbagliato affermarlo. Se assunto con moderazione, può contribuire a prevenire l’insorgenza di diverse malattie.
- Il consumo di caffè è indicato a ogni età, anche in gravidanza e durante l’allattamento, pur con dei distinguo.
- Dall’ansia all’insonnia fino all’interferenza con alcuni farmaci: esistono anche delle criticità nell’assunzione di caffè, se eccessiva.

Gli effetti del caffè: parola alla scienza
Ci dà il buongiorno. Ci accompagna nelle pause dal lavoro e dallo studio. È mezzo di socializzazione, occasione per un incontro. Il caffè è un compagno di vita immancabile a casa e in ufficio. Sono molti, però, i falsi miti e le fake news che ruotano attorno al caffè. In particolare, il caffè fa male o fa bene? Un recente studio fa sintesi di tutte le principali evidenze scientifiche a oggi note¹. Il risultato che ne emerge è piuttosto chiaro: i benefici del caffè sono maggiori dei rischi.

Il ruolo della caffeina
La peculiarità del caffè è quella di contenere caffeina. Si tratta di una sostanza alcaloide stimolante presente non solo nei chicchi di caffè. Fa capolino, tra l’altro, anche in quelli di cacao, nelle foglie di tè, nelle bacche di guaranà, nella noce di cola.
La caffeina entra in azione entro 30 minuti dall’assunzione e rimane in circolo per una media di 4 ore. La durata, in realtà, dipende da vari fattori, tra cui età, peso, gravidanza, assunzione di farmaci.
Gli effetti della caffeina, in questo arco di tempo, sono molteplici. Andando a bloccare il neurotrasmettitore che causa la sonnolenza, va a migliorare l’umore, l’attenzione e i tempi di reazione.
Il caffè fa male? Sì, se si esagera
Come indicato dalle Linee guida per una sana alimentazione², l’apporto di caffeina giornaliero in un adulto sano non dovrebbe superare i 400 mg. Nel calcolo devono essere considerate tutte le possibili fonti di caffeina da cui si potrebbe attingere. Non solo il caffè, quindi, per non eccedere nel dosaggio. In generale, stando attenti al resto, 4-5 tazzine coprono il fabbisogno quotidiano massimo di caffeina previsto.
Va sottolineato, però, che la concentrazione di caffeina in un caffè varia in base alla varietà di chicchi usati, al tipo di lavorazione e alla modalità di preparazione del caffè stesso. Mettiamo a confronto alcuni prodotti a base di caffeina:
Prodotto | Contenuto medio di caffeina(mg) | Quantità di prodotto |
---|---|---|
Caffè americano | 90 | 200ml |
Caffè espresso | 80 | 60ml |
Bevanda energetica | 80 | 250ml |
Tè | 50 | 220ml |
Cola | 50 | 355ml |
Cioccolato | 25 | 50g |
Fonte: Efsa (le cifre sono approssimate; possono esservi delle variazioni da un Paese all’altro dipendenti dalle quantità prese in esame)³

Quando il caffè ha un effetto protettivo
È, dunque, sbagliato affermare che il caffè fa male. Il caffè, infatti, è ricco di antiossidanti e nutrienti come polifenoli, riboflavina, magnesio, potassio e vitamina B3. Queste sostanze proteggono l’organismo dal rischio di sviluppare vari tipi di malattie.
Sotto l’aspetto cardiovascolare, nel breve termine la caffeina fa aumentare i livelli di pressione sanguigna. Nel tempo, tuttavia, vi sono evidenze scientifiche che sottolineano come, grazie all’azione dell'acido clorogenico, subentri una tolleranza che mette al riparo dalla pressione alta.
Caffè e colesterolo possono andare d’accordo, se si rispettano le quantità e si prediligono le varietà filtrate, quindi il caffè della Moka o quello espresso. Buone notizie anche per la malattia di Parkinson, l’unica tra quelle neurodegenerative da cui sarebbe emerso un effetto protettivo da parte della caffeina. Il caffè sembra allontanare persino la possibilità di contrarre il diabete di tipo 2.
Il caffè è una buona abitudine a ogni età
Si può, dunque, affermare che il caffè non fa male e può essere consumato a tutte le età. L’importante, come raccomandano gli esperti, è non eccedere con le quantità. Soprattutto per quanto detto attorno alla caffeina. Vi sono, poi, casi specifici:
- Le donne in gravidanza e in fase di allattamento al seno possono assumere fino a un massimo di 200 mg di caffeina al giorno, pari a due tazzine di caffè.
- Agli adolescenti possono essere applicate le stesse dosi degli adulti (3 mg al giorno per ogni kg di peso corporeo). Ciò poiché possiedono la stessa capacità di assorbimento. Attenzione, però, al computo totale di caffeina.
- Agli anziani si consiglia di non superare le 2-3 tazzine al giorno. Sebbene per l’età risultino più sensibili alla caffeina, possono tuttavia accrescere la performance psicofisica e contrastare il calo di pressione tipico del dopopranzo.
Un adulto sano, come già emerso, può bere fino a 400 mg di caffè al giorno. Tuttavia, in presenza di patologie, è bene seguire le indicazioni del proprio medico o nutrizionista.
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Quando troppo caffè fa male
Abbiamo visto quanti caffè al giorno si possono bere. Con un’assunzione moderata e nell’ambito di una dieta sana ed equilibrata, il caffè non fa male. Cosa, invece, provoca l’eccesso di caffè?
Trattandosi di una bevanda nervina, il primo impatto è sul sistema nervoso centrale. Vi è il rischio che si crei una dipendenza dalla caffeina e l’assuefazione genera problemi di ansia e insonnia.
Oltre una certa dose, il caffè fa male alle donne in gravidanza. Anche il caffè durante l’allattamento al seno è da limitare: le sostanze eccitanti passano nel latte materno e, quindi, nell’organismo del piccolino. Attenzione nel caso si assumano farmaci come antidepressivi, broncodilatatori, antipertensivi e antibiotici chinolonici. La caffeina, rimanendo in circolo a lungo, potrebbe contrastarne l’azione.
NOTE
¹ Lo studio, dal titolo Coffee, Caffeine, and Health, è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine.
² Linee Guida per una sana alimentazione, CREA.
³ La valutazione del rischio spiegata dall'EFSA: la caffeina.