L’importanza della pausa caffè per il lavoro (anche da casa)
La pausa caffè? È il miglior alleato della produttività. “Staccare” fa bene a corpo e mente. E, con un caffè buono, il quadro migliora ulteriormente.

- Un tempo sottovalutata, oggi la pausa caffè è ampiamente valorizzata in quanto riconosciuta come preziosa alleata del benessere psicofisico dei lavoratori.
- È da oltre un secolo che la pausa caffè ha fatto capolino nel mondo del lavoro, ma in Italia se ne parla “solo” dal 1968.
- Durata e numero delle pause: ecco, in sintesi, cosa prevede la legge italiana.
- Meno tensione e stress, più benessere e buonumore: alla scoperta dei principali benefici che derivano da pause regolari.
- Un coffee break ideale? Dipende anche da spazio e caffè giusti (anche quando si lavora da casa).
Tempo perso? No, buon investimento
Ai più appare come una sosta fugace tra un’incombenza e l’altra, tra una call da fare e un’e-mail da inviare. Eppure, per corpo e mente, la pausa caffè rappresenta una vera boccata d’ossigeno. Tanto più se è accompagnata da una tazzina di buon caffè. Il coffee break, una volta, era percepito come “tempo perso”, sottratto alla produttività. Oggi, di contro, è riconosciuto come alleato del benessere psicofisico dei lavoratori. La pausa caffè, infatti, ha molteplici benefici: permette al fisico di rigenerarsi, favorisce la concentrazione e migliora la comunicazione tra colleghi. Vari studi scientifici¹ lo confermano, come pure le stesse aziende che, non a caso, dedicano aree ad hoc per il relax e il ristoro. Ma la pausa caffè è fondamentale anche in caso di home working.

Breve storia della pausa caffè
L’abitudine di concedersi una pausa caffè ha preso piede agli inizi del Novecento, con la diffusione dei primi modelli di macchine per il caffè e, in seguito, dei distributori automatici. Le aziende americane furono tra le prime ad accorgersi dei vantaggi che un breve stacco dal lavoro poteva avere sul rendimento dei dipendenti.
In Italia bisogna aspettare il 1968, l’anno delle grandi contestazioni sociali di massa, perché s’inizi a parlare di pause. È in quell’epoca, infatti, che si reclamano più diritti sul lavoro, tra cui quello di vedersi concessi alcuni minuti di riposo per ricaricare le pile. La battaglia verrà vinta e, nel tempo, regolamentata. Certo, l’ordinamento attuale parla genericamente di pausa. Vale a dire che ciascuno può spenderla come meglio ritiene: per fare uno spuntino, andare al bagno o sgranchirsi le gambe. Eppure, il caffè è così universalmente amato da aver determinato la nascita dell’espressione “pausa caffè”.

Cosa prevede la legislazione italiana
Stando alla normativa in atto, le pause dal lavoro sono ammesse solo a precise condizioni, e salvo indicazioni diverse contenute nei contratti collettivi. In linea generale:
- se l’orario giornaliero supera le sei ore, si ha diritto a una pausa di dieci minuti;
- se si lavora al computer, è prevista una pausa di 15 minuti ogni due ore (non cumulabili all’inizio o alla fine del turno).
Scegliere il momento giusto per fare un break è essenziale. È bene, infatti, rispettare le esigenze produttive e organizzative dell’azienda per evitare di creare disagi. Se questo è quanto dice il regolamento sulla pausa caffè, è altrettanto vero, però, che, negli anni, si sono affermate varie metodiche per favorire un’alternanza ottimale tra tempi di servizio e intervalli. Tra queste vi è la nota tecnica del pomodoro. Essa prevede un’interruzione di 5 minuti ogni 25 di lavoro. Trascorse due ore, la pausa può estendersi alla mezz'ora.
Perché la pausa caffè fa bene
Quale che sia la formula prescelta per gestire il proprio tempo lavorativo, in sede come a casa, dedicarsi un momento per gustare un buon caffè porta con sé svariati benefici. In primo luogo, perché, come spesso ricordiamo, un buon caffè va gustato nel giusto tempo, senza frenesia. È, inoltre, un ottimo veicolo di socializzazione tra colleghi.
Più in generale, la pausa caffè fa bene al corpo perché contribuisce a:
- alleviare tensione e stress;
- rilassare occhi e schiena;
- favorire la circolazione sanguigna.
Insomma, staccando la spina qualche minuto, ne guadagnano benessere, umore e produttività. Anche chi lavora a casa deve prendersi una pausa. I ritmi diversi rischiano, infatti, di farla passare in secondo piano, finendo per alzarsi a malapena dalla sedia. E il rischio burnout è dietro l’angolo…
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Il ruolo dell'ambiente e del caffè giusti
A far della pausa caffè un momento perfetto concorre anche il luogo in cui viene consumata. Sono sempre di più le aziende che riservano uno spazio a questo rito. Un’area informale e confortevole, con sedute comode e colori rilassanti, aiuta i lavoratori a sentirsi a proprio agio e incoraggia l’aggregazione tra le persone.
Altrettanto importante è poter gustare un caffè di qualità, preparato con una buona macchina che sappia esaltarne le caratteristiche organolettiche. Per massimizzare i vantaggi delle pause, anche chi lavora da casa dovrebbe organizzare un proprio angolo caffè. Possibilmente in un ambiente diverso rispetto alla stanza in cui si dedica al proprio mestiere. E, per evitare di sottrarre tempo a quest’ultimo, è consigliabile prevedere già tutto il necessario per la preparazione.
Un’alternativa è rappresentata dalle macchine espresso a capsule, come la nostra Gioia, per concedersi il miglior caffè espresso Bialetti coniugando gusto e praticità. E, se si preferisce assaporare il caffè in compagnia, perché non telefonare a un collega per condividere la pausa?
NOTE
1Tra le fonti: Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC); Let's have a cup of coffee! Coffee and coping communities at work; Daily microbreaks in a self-regulatory resources lens: Perceived health climate as a contextual moderator via microbreak autonomy.
