Moka per induzione: quando la tradizione si rinnova
Raccoglitore in alluminio, tecnologia bi-layer:
la Moka per induzione lega passato, presente e futuro, regalando vantaggi e opportunità a chi vuol cambiare.

- Rispondere a un bisogno del presente reinterpretando il passato per proiettarsi al futuro: ecco la sfida della Moka per induzione.
- Meno dispersioni termiche, più sicurezza e praticità: alla scoperta dei principali vantaggi dei piani cottura a induzione.
- Speciali bobine generano un campo magnetico che si trasferisce ai recipienti, i quali devono avere una base in materiale ferromagnetico ed essere idonei all’induzione.
- Raccoglitore in alluminio a forma ottagonale e caldaia in acciaio e alluminio con tecnologia bi-layer: caratteristiche e punti di forza della Moka a induzione.
- Non vi sono differenze tra caffettiera tradizionale e caffettiera a induzione: il funzionamento dell'apparecchio è il medesimo, come pure la qualità del caffè erogato.
- In caso di piastra a induzione, è consigliabile tenere una regolazione media: l’estrazione del caffè è ottimale e si ottimizzano i consumi.

Reinterpretare il passato
La Moka Express ha quasi un secolo. Tanti sono gli anni di vita della caffettiera che ha rivoluzionato il modo di fare il caffè all’italiana. Era, infatti, il 1933 quando Alfonso Bialetti dava vita alla sua creazione. Lo stesso anno in cui a San Francisco iniziava la costruzione del Golden Gate Bridge, in cui la radio conosceva la modulazione di frequenza e in cui un coccodrillo si accomodava su una polo. Esempi non casuali: perché tutti, come la Moka, hanno una forte identità e fanno parte dell’immaginario collettivo. Perché tutti sono arrivati fino a noi, rinnovandosi (chi più, chi meno) per abbracciare la modernità. Vale anche per la nostra caffettiera. La Moka per induzione rappresenta una sfida: rispondere a un bisogno del presente reinterpretando il passato per proiettarsi al futuro. Senza smettere di esaltare il gusto unico del caffè più autentico e il piacere dello stare insieme.

I vantaggi dell'induzione
Prima di concentrarci sulla Moka per induzione, serve una nota di contesto. La tecnologia ha rivoluzionato le nostre vite. Non diciamo nulla di nuovo: lo sperimentiamo ogni giorno in vari ambiti. Uno di questi è la cucina, dove oggi sono sempre più protagoniste le piastre a induzione. Si tratta di un sistema di cottura moderno molto apprezzato dagli utenti. Questo perché, al di là della componente design, coniuga:
- facilità d’uso;
- minori dispersioni termiche rispetto ai tradizionali fornelli a gas;
- maggiore sicurezza: niente perdite di gas o pericoli con la fiamma. Inoltre, il calore viene emesso solo sulla zona di cottura, mentre il resto della piastra rimane freddo;
- praticità e velocità per la pulizia.
Anche per la possibilità d’integrazione con le fonti rinnovabili, i piani a induzione sono sempre più diffusi nelle case di nuova costruzione. I vantaggi, del resto, sono numerosi. Qualche contro? Il costo iniziale maggiore rispetto ai piani cottura a gas. Inoltre, con le cucine a induzione, si raggiunge facilmente la potenza massima impegnata di 3 kW dei contatori elettronici standard.

Come funziona una piastra a induzione
A livello tecnico, la piastra a induzione risponde alla Legge di Faraday-Neumann dell’induzione elettromagnetica. Senza fare qui una digressione di Fisica, basti sapere che il calore si genera direttamente nel recipiente posto sulla zona di cottura. Il fornello a induzione usa energia elettrica, non gas metano. Sotto al piano in vetroresina, speciali bobine generano un campo magnetico che si trasferisce a pentole, padelle, caffettiere in acciaio Inox e alla nostra Moka per induzione. Ciò si traduce anche in un risparmio di tempo mentre si cucina. E, a cascata, in un risparmio in bolletta, anche alla luce dei recenti rincari. Tuttavia, servono recipienti specifici con base in materiale ferromagnetico (acciaio smaltato, ghisa, acciaio Inox). Un apposito simbolo chiarisce se il recipiente è idoneo alla cottura a induzione.
Omino coi Baffi: Alla scoperta della Moka per induzione
Si può essere diversi pur essendo uguali? La Moka per piano a induzione Bialetti invita a rispondere di sì. In effetti, la Moka Induction Bialetti coniuga tradizione e innovazione. Una formula quest'ultima, forse, un po’ abusata. Eppure è proprio così.
Si tratta di una caffettiera a induzione che omaggia l’illustre progenitrice, la Moka Express. Nella forma, in particolare, con il raccoglitore in alluminio nella classica forma ottagonale. Forma, ma anche contenuto. Il raccoglitore garantisce, infatti, un caffè come quello preparato con la caffettiera tradizionale. Del resto, il simbolo dell’omino coi baffi è lì proprio a certificare questa bontà.
La caldaia in acciaio consente, però, l'utilizzo dell’apparecchio sui piani cottura a induzione. Più nel dettaglio, il merito è della tecnologia bi-layer della caldaia, che unisce:
Insomma, come un nuovo capitolo di un romanzo di successo.

Qualità alta? Livello di potenza medio
La Moka Induction Bialetti non nasce solo per posizionarsi sul mercato delle caffettiere per piani a induzione. È, piuttosto, la volontà di dare un’opportunità alle persone aperte al cambiamento, seguendo l’evoluzione di gusti e abitudini.
Da questo punto di vista, non c’è differenza tra la caffettiera tradizionale e la Moka per induzione. Né dal punto di vista del funzionamento, né da quello della qualità del caffè erogato: assaggiare per credere.
Restano valide anche tutte le buone prassi di utilizzo, come sul fronte della regolare pulizia e manutenzione.
Nulla cambia anche a livello di avvertenze d’uso. In alcuni casi, appena adattate alla diversa realtà. Un esempio? In caso di fonte di calore a gas, è consigliabile che la fiamma non sporga oltre la caldaia. Analogamente, con una piastra a induzione si suggerisce di non utilizzare l’intensità massima, ma di mantenere una regolazione media. Ciò consente un’estrazione graduale e ottimale del caffè, senza sprechi di energia.