Per il caffè dello studente arriva... una bocciatura!
Ancora oggi molti ritengono che il caffè dello studente aiuti a migliorare le proprie performance. In realtà, le controindicazioni superano i benefici.

- Il caffè dello studente (una variante del caffè doppio fatto con la Moka) è ancora oggi uno degli "stratagemmi" usati nella marcia di avvicinamento a un esame.
- Si prepara facendo "un secondo giro di Moka". Nello specifico, si prepara un normale caffè, mettendo poi quest'ultimo nella caldaia al posto dell'acqua per prepararne un altro.
- Da presunto alleato, il caffè universitario rischia di trasformarsi in un nemico: le controindicazioni, infatti, non mancano, a più livelli.
- Il caffè dello studente non piace alla Moka: la caffettiera deve funzionare solo con acqua e non si devono utilizzare altri liquidi nella caldaia o nel raccoglitore.
- Inserendo una grande quantità di caffeina nello stesso momento, si rischia di far "saltare il banco": per gli esperti non bisogna, infatti, assumere più di 400mg (complessivi) in un giorno.
Anche lo studente ha il suo caffè
Lungo o ristretto. Macchiato caldo oppure freddo. E, ancora, decaffeinato o corretto. La lista dei caffè in Italia potrebbe riempire un menu intero. Tra questi, ce n'è uno "non ufficiale", che da tempo però ha una certa notorietà, specie tra i più giovani. È il cosiddetto caffè dello studente. Nell'immaginario collettivo, è quell'alleato e "rimedio portentoso" che aiuta a passare molte ore, specialmente quelle notturne, sui libri. Ciò, soprattutto, in vista di una prova importante, come un esame. Per questo è conosciuto anche come caffè universitario. Concretamente, il caffè dello studente non è altro che una variante del caffè doppio fatto con la Moka. Si dice che aiuti a dimenticare per un po' sonno e stanchezza. Per questo, è ancora oggi usato da chi è in cerca di ogni possibile stratagemma per migliorare le proprie performance. Ma è davvero così? In realtà, le controindicazioni non mancano e, da alleato, il caffè universitario rischia di trasformarsi in un nemico.

Come si prepara il caffè universitario
Per realizzare il caffè dello studente, strumenti e passaggi iniziali sono analoghi rispetto alla preparazione di un tradizionale caffè.
- La caldaia della Moka va riempita di acqua, meglio se a temperatura ambiente, fino alla valvola;
- si riempie il filtro con il macinato (senza montagnetta);
- A questo punto, si avvita la caffettiera e la si pone sul fornello, a fiamma dolce, attendendo il peculiare borbottio che annuncia la fuoriuscita della bevanda.
Di norma ci si ferma qui. Per il caffè universitario, invece, serve un "altro giro di Moka". Nello specifico, una volta pronto, si versa il caffè in una tazzina. A questo punto, dopo aver smontato la caffettiera e averla lavata e asciugata, si ripete il procedimento illustrato sopra, ma con una sostanziale differenza. Nella caldaia, al posto dell'acqua, si mette il caffè versato in precedenza nella tazzina. La bevanda che si ottiene è il caffè dello studente.
Perché no/1: il caffè dello studente non piace alla Moka
Il caffè dello studente non merita la lode. E, visto che si parla di università, uno dei motivi della bocciatura sta proprio in un manuale: quello delle istruzioni della Moka. Qui si specifica che la caffettiera deve funzionare solo con acqua e che non vanno usati altri liquidi nella caldaia o nel raccoglitore. No, neppure il nostro amato caffè. Come già emerso parlando di cappuccino con la Moka, un liquido diverso inserito nella caldaia rischia di pregiudicare il corretto funzionamento della caffettiera. Va ricordato, inoltre, che la garanzia sull'apparecchio non copre difetti causati da un uso improprio o non conforme alle istruzioni. Insomma, alla Moka il caffè dello studente proprio non piace.
Perché no/2: la caffeina raddoppia e "salta il banco"
C'è un motivo per cui il caffè dello studente non è proprio il miglior compagno di studi che si possa scegliere. Questa tipologia di bevanda, per come viene preparata, contiene il doppio della caffeina rispetto a un normale caffé. Ciò può avere delle controindicazioni per l'organismo. Lo abbiamo già evidenziato in precedenti articoli: è proprio la caffeina il principale elemento da tenere in considerazione. A un adulto sano i nutrizionisti raccomandano di non superare i 400mg/die di questo alcaloide stimolante. Tradotto: circa 4 tazzine di caffè. La questione è che la caffeina non è presente solo nel caffè, ma anche in altri alimenti e bevande, così come anche in alcuni farmaci e integratori. Insomma, bisogna stare attenti al computo complessivo per non eccedere nelle dosi. Da questo punto di vista, il caffè dello studente rischia di far "saltare il banco".

Doppio non vuol dire valore aggiunto
In medio stat virtus sosteneva Aristotele. Equilibrio e misura sono le due coordinate di riferimento anche quando si parla di caffè e caffeina. Gli esperti evidenziano che un'assunzione moderata di caffè nell'ambito di una dieta sana ed equilibrata non presenta controindicazioni. Neppure in gravidanza e durante l'allattamento. Se si esagera con le quantità, al contrario, si rischia di vanificare i benefici del caffè, aprendo la porta a possibili effetti collaterali. Le molecole della caffeina interagiscono con i recettori del nostro organismo, in particolare quelli deputati a regolare i sistemi nervoso, endocrino e cardiovascolare. Come evidenzia la European Food Safety Authority¹, la caffeina viene assorbita rapidamente (mediamente basta una mezz'oretta) dal nostro corpo e rimane in circolo per alcune ore. Questo alcaloide possiede attività stimolante sul sistema nervoso centrale, diminuendo la sensazione di sonnolenza. A livello circolatorio, favorisce il rilascio di adrenalina, ormone che contribuisce all'aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca.

Il caffè dello studente: promosso o bocciato?
A conti fatti, quindi, se con il caffè universitario si ricercano energia e concentrazione, bisogna anche considerare che l'impatto sul nostro organismo è potente. Tra le possibili controindicazioni² di un'assunzione eccessiva di caffeina vi sono:
- sensazione di ansia;
- insonnia;
- problemi cardiovascolari.
Se quello che si ricerca è una maggiore concentrazione e una prontezza nello studio e nel ragionamento, il rischio è di ottenere l'effetto opposto. Del resto, come per gli altri alimenti e bevande, è l'assunzione eccessiva e/o sregolata a renderli nemici. E, nel caso del caffè dello studente, la penna rossa, ahinoi, parla chiaro: bocciato. A passare l'esame, di contro, è il tradizionale caffè bevuto durante una pausa dallo studio o dal lavoro.
NOTE
1La valutazione del rischio spiegata dall'Efsa: la caffeina
2Fonte: European Food Safety Authority