Storia del caffè in pillole: anzi, in chicchi
La storia del caffè è un romanzo ricco e avvincente, tutto da scoprire: viaggio alla scoperta di una delle bevande più conosciute e bevute al mondo.

- Secondo la tesi più accreditata, la “culla” del caffè sarebbe l’Africa, in particolare l’Etiopia e le sue terre fertili.
- Dal XIII secolo il caffè sbarca in Arabia, Turchia ed Egitto, dove la produzione e il consumo iniziano nel tempo a farsi importanti.
- Nel ’500 Il Cairo diventa crocevia del commercio di caffè: da qui mercanti e pellegrini cominciano a esportarlo.
- Nel ’600 sono dapprima l’Olanda e poi le Americhe a cogliere tutto il potenziale del caffè. Una vera e propria spy story…
- Con l’Illuminismo, il caffè passa a designare, per estensione, anche il luogo d’incontro degli intellettuali dell’epoca.
- La storia del caffè passa anche per l’evoluzione della tecnologia: dalla cuccumella alla prima macchina per l’espresso, fino alla Moka.
Piacere, sono il caffè
In casa o al bar. Da soli o in compagnia. Preparato con la cara vecchia Moka oppure con la macchina espresso. Il caffè puntella le nostre giornate ed è come un amico di vecchia data, un compagno di viaggio. Ci è, insomma, familiare. Ma cosa sappiamo veramente di lui?
Abbiamo approfondito i suoi principali benefici, analizzato quando è meglio berlo, capito come valorizzarne i fondi in modo sostenibile. Ma qual è la storia del caffè: dove nasce, com’è giunto sino a noi e perché è così popolare, in Italia e nel mondo? Ricostruire le origini del caffè è compito arduo ma, al contempo, avvincente. Verità storiche si mescolano, infatti, alle innumerevoli leggende fiorite nel corso dei secoli, che, però, conferiscono al tutto un sapore ancora più… corposo. Partiamo allora insieme per questo viaggio alla scoperta della storia del caffè.

Le origini sono africane
C’era una volta… l’Africa. La storia del caffè parte da qui. Ad aver favorito la crescita delle piante di caffè sarebbero state le terre fertili dell’Etiopia. Precisamente quelle dell’antica provincia di Kafā (o Caffa), nel sud-ovest del Paese, da cui la bevanda avrebbe preso il nome. Si narra che ad accorgersi delle proprietà del caffè sia stato un pastore. L’uomo aveva notato come le sue capre, dopo averne mangiato bacche e foglie, vagabondassero nottetempo con più vitalità. Avrebbe, quindi, provato ad abbrustolire e macinare i chicchi, fino a farne un infuso: l’antenato del caffè.
Intorno al XIII secolo, durante le loro campagne militari, gli etiopi avrebbero introdotto il caffè nello Yemen, dando vita a una ricca produzione. E proprio da una città yemenita, Mokhā, deriva il nome di una caffettiera che noi (e anche voi) conosciamo bene…
L'ingresso del caffè in Europa
Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta delle principali tappe della storia del caffè. Ben presto, il caffè varca i confini dell’Arabia e il consumo comincia a farsi importante. Specie in Turchia e in Egitto, dove, attorno al XIV secolo, sorgono luoghi dedicati alla degustazione. Nel ’500 Il Cairo diventa crocevia del commercio di caffè. Da qui mercanti e pellegrini cominciano a esportarlo. Con due “alleati” di rilievo:
- l’espansione dell'Impero Ottomano;
- la diffusione della religione islamica che proibisce di bere vino e di sostituirlo con il caffè.
È proprio in questa epoca che il caffè debutta in Europa. Dapprima sull'isola di Malta, attraverso gli schiavi turchi, poi a Venezia, che intrattiene floridi rapporti commerciali con il vicino Oriente. È il 1615.

Dall'Olanda alle Americhe: un viaggio per sottrazione
A sottrarre all’Italia il primato nel commercio del caffè è il mercante olandese Pieter van der Broeck. Nel 1616 riesce a trafugare dallo Yemen, nonostante la rigida vigilanza, alcune piantine di caffè, trasferendole nella sua terra d’origine. Ne nasce un commercio, favorito dal tramite della Compagnia delle Indie Orientali, durato oltre mezzo secolo.
C’è un altro furto, nella storia del caffè, che merita una menzione. Nello specifico, quello di alcune piante di caffè destinate come dono al re di Francia, Luigi XIV. Queste vengono, invece, trasportate oltreoceano, ai Caraibi nel dettaglio, da un ufficiale della Marina francese. A causa del lungo viaggio e delle condizioni di trasporto (siamo ai primi del ’700), sopravvive solo una piantina che l’uomo protegge con un contenitore di vetro. A seguito di questo viaggio, il caffè si diffonde nel Centro America e poi in Brasile, oggi tra i primi produttori al mondo.
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Scambiarsi idee davanti a una tazza di caffè
La storia del caffè non riguarda solo la sua coltivazione. Il termine caffè, infatti, passa presto a designare anche i locali dove letterati, filosofi, politici e uomini d’affari discutono le loro idee fino a tarda notte. Sorseggiando, appunto, del caffè. Questi circoli proliferano in tutta Europa già nel ’600, ma è un secolo più tardi, con l’Illuminismo, che si assiste a un vero e proprio boom di caffè letterari.
I circoli letterari diventano il simbolo della cultura borghese e il luogo d’incontro preferito dagli intellettuali dell’epoca, dove parlare delle questioni più varie. A essi si ispirano tante altre iniziative nate in quell’epoca. Tra queste, Il Caffè, la rivista fondata da Pietro Verri e pubblicata fra il 1764 e il 1766, divenuta il principale strumento di diffusione del pensiero illuminista in Italia.

La storia del caffè è anche innovazione e creatività
Nel nostro Paese, una città di rilievo nella storia del caffè è indubbiamente Napoli. È all’ombra del Vesuvio che, nell’800, si fa strada la preparazione del caffè con la cuccumella. Si tratta di una sorta di vaso in rame o terracotta, di origini francesi, che sfrutta la forza di gravità per estrarre il caffè.
Quella del caffè italiano è anche la storia delle macchine necessarie per la sua preparazione. Nel 1901 il milanese Luigi Bezzera fa decollare l’invenzione brevettata qualche anno prima dal torinese Angelo Moriondo, ma mai sfruttata appieno, per creare la prima macchina per l’espresso. Nel 1933 è il momento di un’altra svolta: Alfonso Bialetti crea la Moka. Un oggetto facile da usare che porta nelle case degli italiani un caffè buono come quello del bar. E che diventerà un simbolo del made in Italy nel mondo. Ma questa è un’altra storia…