La tradizione del caffè corretto: giusta o sbagliata?
Il caffè corretto, bevuto con moderazione e a stomaco pieno, sbagliato non è (cioè male non fa). Se vi piace, sbizzarritevi a provare correzioni diverse!

- Si tende ad attribuire la paternità del caffè corretto agli operai dell'Italia settentrionale. Durante le pause di lavoro, erano soliti aggiungere al caffè un goccio di grappa per sopportare meglio le temperature invernali.
- Per gli esperti, se bevuto con moderazione, magari dopo i pasti, il caffè corretto non fa male. L'apporto di unità caloriche di una "correzione", infatti, resta al di sotto del limite giornaliero consigliato.
- In gravidanza e prima di mettersi alla guida l'assunzione di un espresso corretto è da evitare.
- A seconda del proprio gusto, sono molti i tipi di "correzione" possibili: vanno, però, evitati i liquori alla frutta, agli agrumi, la vodka e il gin. Ecco perché.
- Anche all'estero si trovano alcuni esempi di caffè corretto: dal carajillo spagnolo al cafè-calva normanno, passando per il nordico Kaffekask.
Un caldo abbraccio: alle origini del caffè corretto
Quello del caffè, si sa, è un momento che unisce tutti e sembra, per un attimo, sospendere il tempo. Sarà per questo che il caffè è diventato un protagonista indiscusso delle pause, sia nelle giornate degli studenti, sia in quelle dei lavoratori. Avviene oggi come accadeva agli albori del secolo scorso. A tal proposito, si tende ad attribuire la paternità del caffè corretto agli operai dell'Italia settentrionale. Questi, durante le loro pause di lavoro, erano soliti "correggere" il caffè, aggiungendovi un goccio di grappa, per sopportare meglio le temperature invernali. Era credenza diffusa, infatti, che l'alcol riscaldasse il corpo. A distanza di anni, la pratica del caffè corretto resiste, anche se si è giustamente spostata più in momenti informali e conviviali come, ad esempio, dopo i pasti. La domanda cui vogliamo rispondere è, quindi: è consentito concedersi di tanto in tanto un caffè corretto oppure sarebbe meglio evitarlo?

La verità sul caffè corretto
In realtà, che l'alcol riscaldi non è del tutto vero. Secondo quanto riportato nelle linee guida del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA)¹, la vasodilatazione di cui esso è responsabile produce soltanto una momentanea e ingannevole sensazione di calore. Le stesse linee guida rassicurano sul fatto che un consumo moderato di alcolici non provoca danni. Nello specifico:
- il limite giornaliero di alcol consigliato è fissato a 2-3 unità alcoliche (U.A.)² per gli uomini e 1 unità alcolica per le donne e gli anziani.
- È meglio bere alcolici a "stomaco pieno": in tal caso, infatti, l'etanolo viene assorbito più lentamente, entrando nel circolo sanguigno in minor quantità.
- In condizioni normali, il fegato umano è in grado di rimuovere fino a 0,5 U.A. per ogni ora.
Si può, dunque, affermare che un espresso corretto, bevuto magari dopo i pasti, di per sé non faccia male. Nella ricetta originale, infatti, vengono diluiti 5 ml di grappa, che corrispondono circa a 0,15 unità alcoliche: una quantità di alcol, dunque, facilmente gestibile per un organismo adulto sano³. Va, tuttavia, allargato lo sguardo e considerato il computo complessivo di unità alcoliche assunte. E nella consapevolezza, condivisa da tutta la comunità scientifica, che less is better, ovvero meno è meglio⁴.

Contenuto di alcol delle misure standard (1 bicchierino) di alcune comuni bevande alcoliche. Fonte: Linee guida per una sana alimentazione, CREA
Quando il caffè corretto è da evitare
Non vi è, quindi, un no a priori al caffè corretto. Chiaramente, però, questa bevanda non è per tutti. Ci sono delle categorie di persone per le quali il consumo è da evitare. È il caso, per esempio, delle donne in gravidanza e dei minorenni. Secondo quanto riporta il ministero della Salute⁴, per loro l'assunzione di alcol raccomandata è pari a 0.
Inoltre, è sempre da evitare il consumo di alcol prima di mettersi alla guida, in quanto altera la capacità di rispondere prontamente agli stimoli, anche quando assunto in piccole dosi. Il livello alcolemico ottimale, ai fini dell'idoneità psico-fisica alla guida, è fissato a 0 grammi per litro. Insomma, se ci si deve mettere al volante, è meglio rimandare l'appuntamento con il caffè corretto.

Tanti abbinamenti possibili (e qualcuno da evitare)
Per chi si può concedere un caffè corretto, si apre un ventaglio di abbinamenti possibili, a seconda della sfumatura di gusto ricercata. Non solo caffè corretto con la grappa, quindi, ma anche con:
- sambuca o anice, se si ricerca un gusto più fresco e di contrasto;
- brandy o crema di whisky, per godere di note più dolci;
- whisky secco o rum, per chi vuole un sapore più deciso e peculiare.
Ce n'è, insomma, davvero per tutti i gusti. È, invece, meglio evitare i liquori alla frutta e, in particolare, quelli agli agrumi. Questo perché tendono a rendere il caffè troppo acido. Poco consigliati sono anche superalcolici come vodka e gin, che rischiano di rendere la bevanda eccessivamente amara. Qualche ulteriore consiglio. È bene evitare di zuccherare l'espresso corretto per non rovinarne il gusto e per limitare il consumo di zuccheri. Per una correzione a regola d'arte è opportuno, infine, utilizzare un liquore a temperatura ambiente. Così facendo, l'alcolico si amalgamerà al meglio con il caffè, senza abbassarne troppo la temperatura.
Paese che vai, corretto che trovi
Tutte le buone tradizioni finiscono in qualche modo per assomigliarsi, anche quando si allontanano dalla loro matrice originale. E, quindi, se anche non possiamo ricostruire chi abbia preso o dato spunto agli altri, è certo che anche all'estero è possibile trovare diverse versioni di caffè corretto. Tra queste:
- il carajillo spagnolo, un caffè con l'aggiunta di rum, whisky, orujo, brandy o cognac: a volte viene servito anche con delle scorze di limone e dei chicchi di caffè.
- Il cafè-calva, tipico della Normandia, corretto con un distillato di sidro di mele.
- Lo svedere Kaffekask o Kaffegök: corretto con l'Akvavit, un distillato di grano e patate aromatizzato con erbe e spezie.
Nell'elenco, volendo, può essere fatto rientrare anche il più famoso Irish Coffee, che, tuttavia, prevede sia un'aggiunta di whisky (generosa, 40 ml a fronte di 45-50 ml di espresso), sia di panna fresca.
NOTE
1Per approfondire: Bevande alcoliche: se sì, solo in quantità controllata, CREA
2Una unità alcolica (U.A.) corrisponde a circa 12 grammi di etanolo. Vale a dire un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione o un bicchierino (840 ml) di superalcolico
3Come ricordano le Linee guida per una sana alimentazione, il contenuto medio di alcol presente nelle bevande alcoliche varia molto. I distillati (grappa, cognac, ecc.) sono caratterizzati da un maggior tenore alcolico (35-50% o più). In genere, il tenore alcolico dei liquori, tra cui amari e digestivi, è compreso tra 21 e 50% vol.
4Alcol, zero o il meno possibile, ministero della Salute